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22 Febbraio 2015 admin

Disoccupazione: miracolo a Varano

Nell’Italia dei senza lavoro, nella società del precariato e del ” sarò disoccupato”, ecco la vallata delle meraviglie.

Un paese senza una piazza è uno dei poli mondiali dell’innovazione. Un distretto di giovani che sta conquistando il futuro. Obiettivo rendere più leggero e veloce ciò che esiste sulla terra. Dal castello medievale a quello prossimo venturo fatto di arti, mestieri e saperi. Qui anche quarant’anni di tradizione sono startup e si fanno le ecografie ai pezzi di carbonio in una sorta di gioia collettiva

l paese non ha una piazza. E’ sdraiato sulla strada provinciale, un Comune su quattro ruote, si potrebbe dire. Anche il Patrono, guarda caso, è un perenne viaggiatore: San Martino. La strada divide la chiesa dal municipio, la strada divide le due banche concorrenti, la strada divide il castello antico quello costruito dai parmigiani nel 1205 per riscuotere tasse, dal castello del futuro, delle nuovi arti e dei nuovi mestieri, dove si parla di carbonio, accelerazioni e aerospazio.

Qui anche le case si rifanno volentieri la… carrozzeria. In una, Corte Ginestre, a forma di torrione, c’è scritto bello grande: “Di ferro è lo stil, d’oro il tempo”. Prendiamolo come cartello di Varano de’ Melegari, 2700 abitanti e nessun disoccupato, case quasi tutte abitate e ristrutturate, ben 350 alunni, che la dicono lunga su quanto futuro ci sia da queste parti. In meno di quindici anni ha aumentato del 50% la propria popolazione. Qui son tutti giovanissimi e specializzati: ingegneri ed operai. Qui la crisi sembra fare bene, fa emergere la qualità, le idee. La vera piazza del paese è il mondo. L’innovazione , la ricerca tra auto ed aerei ha due poli come il globo: uno al Sud qui a Varano, l’altro nell ‘Oxfordshire in Inghilterra con la Lotus e altri marchi
Creato il lavoro si sta costruendo il benessere, dentro al nuovo palasport, che sembra uscito da una favola di architettura nordica, fanno danza un gruppo di bambine. Tutto è semplice, tutto funziona. Non c’è bisogno di grande logistica, di interminabili agende: ci si trova in uno dei bar o dei ristoranti lungo la strada. Si lavora tanto e ci si vede sempre. E’ qualcosa più di una famiglia. E’ una comunità molto aperta, dove le informazioni e i successi sono comuni. Anche la burocrazia ha dovuto imparare ad andare alla velocità del suono. Il sindaco Luigi Bassi non si vergogna a far notare che le pratiche le fa andare avanti personalmente, pur di velocizzarle. Circola veloce tutto, le auto sulla strada, i clienti che arrivano da tutto il mondo, le ultime trovate e scoperte sui nuovi polimeri. Qui condividono con apprensione fin gli esiti delle ecografie che fanno alle scocche di carbonio.

DallaraAltro che montagna o collina dimenticata. L’inquilino del castello futuro si chiama Dallara, un “contadino di sogni” famoso nel mondo. Da 90 a 250 dipendenti in un battito di ciglia. Età media dei dipendenti 33 anni.Poco distante, l’operaio che aveva il numero 1 della ditta, Nelso Antolotti ha fondato la Turbocoating (rivestimento di componenti per turbine a gas) che opera in tutto il mondo e che è diventata partner della General Electric che gli ha dato di fatto mezza America come mercato.

Poi laggiù la Protoservice un colosso delle stampanti in 3d su titanio , acciaio, alluminio . Anche qui si respira aria di futuro e auto da corse, si lavora in accordo con le ricerche sulla fisica dei materiali dell’Università di Parma. Si da del tu all’eccellenza mondiale.

Poco più avanti sulla strada c’è la fabbrica di quello che era l’operaio numero 10 della Dallara, Franco Bercella. Eccolo nei capannoni con la moglie e i due figli Massimo e Rocco. Il loro compito è …alleggerire il mondo, insomma rendere più leggeri e resistenti i componenti di quasi tutto: auto, aerei, treni alta velocità. Su 40 dipendenti la metà sono donne. E il reparto scocche è tutto al femminile. “Qui i figli seguono le impronte dei padri.Stiamo talmente tanto in azienda che i figli sin da piccoli ci bazzicano, capiscono lo spirito di sacrificio, l’entusiasmo.Qui dal foglio bianco arriviamo al futuro. Ci costruiamo da soli i robot che serviranno per le nostre lavorazioni, Cresce il lavoro , cresce il paese. Il benessere è di tutti non ci possono essere gelosie, non ci può non essere lo scambio di informazioni , coi figli e con gli altri che lavorano nel settore. I migliori chiamano e attraggono sempre i migliori .Nel futuro c’è posto per tutti se lo sai raggiungere”.
E tra auto e aerospazio, la Bercella fattura oltre 5 milioni di euro. Sembra impossibile in una Italia lagnosa. eppure in questi capannoni talmente tecnologici da non capire bene quanto siano grandi le cose piccole che fanno, sprizzano e trionfano gioia, orgoglio, felicità.

In questo fazzoletto innovativo sdraito sulla Valceno dove anche la tradizione sembra start up, viaggia Mauro del Grosso. Uno che fin il cognome dice quanto sia impregnato di amore per la montagna da centinaia e centinaia di anni, è vulcanico uomo di formazione, che ha sempre insistito per portare l’azienda nelle scuole e viceversa, dice giustamente senza pudori.” Per capirci Gianpaolo Dallara è una sorta di Leonardo da Vinci per questa terra e Andrea Pontremoli una sorta di Macchiavelli economico imprenditoriale”. Dallara ha attraversato e fatto grande il mondo dei motori (Ferrari, Maserati, Lamborghini, De Tomaso) poi è tornato a casa .

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