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1 Giugno 2014 admin

Lavoro: le startup italiane vorrebbero assumere ma non trovano competenze

La Holding LVenture Group, quotata in borsa e attiva nel Venture Capital, con la collaborazione di SWG, attiva nelle indagini di mercato, ha dato vita all’ “Osservatorio Startupper’s Voice”, punto di raccolta delle opinioni degli imprenditori nostrani. I dati pubblicati riguardano aspettative, impiego, necessità di un campione di circa 200 startup italiane e sono utili per fotografarne lo stato di salute.

startup lavoroImpiego
Il 40% delle startup sta cercando risorse umane; a queste si va ad aggiungere il 38% di quelle che prevedono assunzioni nei prossimi sei mesi. La domanda non è però supportata dall’offerta che viene ritenuta carente: solo il 15% di queste sostiene di avere trovato le competenze richieste e il 65% lamenta che, tra i candidati, il tasso di know-how è rarefatto. Il rapporto cita una scemata possibilità di occupazione qualificata che frena lo sviluppo imprenditoriale. Va però puntualizzato che non riuscire a trovare competenze non significa che queste non ci siano; potrebbe essere indice del fatto che chi possiede capacità specifiche sia già professionalmente accasato.
documenti

Italia, startup per Regione

I profili professionali più gettonati
Quattro startup su cinque necessitano di programmatori senior, poi social media marketer ed esperti in amministrazione e finanza, profili quindi più trasversali. Tra questi sono i programmatori e gli amministratori i più difficili da reperire sul mercato del lavoro secondo l’indagine.

Aspettative
Si respira un clima di convinzione, tanto è vero che se l’avventura aziendale degli startupper italiani dovesse naufragare, più della metà di questi non si darebbe per vinto e tenterebbe un’altra impresa. Le mete preferite per iniziare un’attività sono Londra, San Francisco, Berlino e poi New York. Si comincia a diffondere la più idonea mentalità secondo cui un fallimento non è per forza di cose la fine. In Italia il non riuscire è ancora vissuto come un’onta mentre ad altre latitudini (USA soprattutto), il fallimento è qualcosa che assomiglia ad un prezzo da pagare per raggiungere i propri obiettivi.

Necessità
Luigi Capello, AD di LVenture Group, è dell’avviso che la voglia di fare impresa è forte ma “perché questa spinta porti a risultati concreti serve un contesto che fornisca il proprio contributo: risorse qualificate, capitali privati e supporto pubblico”. Il sondaggio rivela che gli imprenditori desiderano un minore peso della burocrazia (nel 63% dei casi), l’aumento degli investimenti privati (27%) e lo sviluppo programmato dell’Agenda Digitale (16%).

Fonte: Nova24

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